Governance tecnologica: una riflessione sulla protezione dei beni culturali
Dall’episodio del Louvre una riflessione sulla centralità della gestione dei sistemi tecnologici
Negli ultimi giorni, l’episodio che ha coinvolto il Louvre ha riportato l’attenzione pubblica sul tema della sicurezza e della gestione delle infrastrutture complesse, come i siti e le aree museali. Al di là dei dettagli dell’episodio, ciò che emerge con forza – per chi, come noi, si occupa di tecnologia – è una riflessione, da una parte legata al difficile equilibrio tra protezione e fruizione degli spazi e dall’altra sulla centralità della gestione tecnologica, un aspetto spesso meno visibile ma determinante per la resilienza dei sistemi.
Tecnologia e gestione consapevole
L’evoluzione digitale ha contribuito a rendere i sistemi tecnologici, in generale, una commodities. In questo scenario, la sicurezza spesso non dipende solo dalla solidità dei sistemi ma soprattutto dalla capacità di gestirli in modo dinamico e coordinato. La tecnologia diventa un mezzo, non un fine: senza un governo attento dei dati, dei sensori e delle procedure, anche le soluzioni più avanzate possono perdere di efficacia. La vera sfida di oggi, per ci si occupa del governo dei sistemi tecnologici, è quindi quella di trasformare l’informazione in azione, costruendo un ecosistema in cui tecnologia, analisi e competenza umana operino in sinergia.
La sensoristica come organismo intelligente
I sensori sono i “sensi” delle infrastrutture contemporanee: rilevano, interpretano e trasmettono informazioni in tempo reale. Ma la loro efficacia non è automatica, spesso è correlata al modello di gestione degli spazi, alle procedure ed alle regole di comportamento e soprattutto alla gestione dei processi. Molteplici e ripetuti “falsi allarmi”, che spesso nell’ordinaria gestione comportano esclusioni temporanee di sensori e apparati, uniti dall’ “abitudine” di chi li gestisce possono ridurre la sensibilità dei sistemi e generare zone d’ombra nella risposta operativa. Per questo è fondamentale sviluppare un approccio basato su gestione, manutenzione e interpretazione intelligente dei dati, affinché ogni segnale mantenga valore operativo e significato. Questo approccio deve essere poi tarato anche sulla base dei luoghi e degli scenari di riferimento, adattando i processi operativi di gestione sulla base del contesto e dei possibili rischi. Per questo è sempre necessario per chi si occupa di gestione remota partire da un’accurata risk analysis, per comprendere le reali dinamiche che possono orientare la gestione rendendola efficace, ovvero coerente rispetto i reali bisogni.
L’approccio Secursat: competenza, integrazione, cultura della gestione
In Secursat lavoriamo da anni su questi temi, sviluppando soluzioni che uniscono tecnologia, analisi predittiva e know-how gestionale. La nostra esperienza nella progettazione e nel presidio di sistemi complessi ci ha portati a elaborare un modello che privilegia integrazione tra tecnologia e processi, per evitare frammentazioni operative, monitoraggio continuo e predittivo, per anticipare criticità, formazione costante degli operatori, per contrastare la deriva dell’abitudine e rafforzare la consapevolezza.
Questo approccio, in continua evoluzione, si fonda sulla centralità delle persone e delle competenze, ed è orientato a far esprimere alla tecnologia tutto il suo potenziale: come strumento dinamico di sicurezza, monitoraggio e prevenzione, non come semplice infrastruttura.
L’episodio del Louvre ci ricorda che ogni evento critico può diventare occasione di crescita, studio, analisi e riflessione profonda su possibili miglioramenti ed evoluzioni. La vera innovazione, oggi, non risiede solo nello sviluppo di nuove tecnologie, ma nella capacità di gestirle in modo intelligente, coordinato e consapevole. È qui che si misura il valore di un approccio tecnologico maturo: nella capacità di coniugare competenza tecnica e cultura della gestione per garantire sicurezza, continuità e fiducia.