L’internet sotto il mare: l’inscindibilità dei confini fisici e virtuali

Circa il 97% del traffico internet globale passa dai cavi in fibra ottica sottomarini, strumenti per la trasmissione dei dati.

Nell’immaginario e nella percezione collettiva quando si parla di internet, di connessioni rete o ancora di wi-fi e cloud, si fa riferimento a concetti astratti e spesso a qualcosa di intangibile. Tuttavia, circa il 97% del traffico internet globale passa dai cavi in fibra ottica sottomarini, strumenti per la trasmissione dei dati privilegiati rispetto all’utilizzo dei satelliti.

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Stati Uniti e Cina sono in cima alla lista dei Paesi detentori del maggior numero di cavi di fibra ottica che oggigiorno consentono a noi tutti di disporre di una rete e di una connessione internet. Se i dati e le informazioni costituiscono l’oro del nuovo millennio, il controllo e la gestione di un numero elevato di infrastrutture per la trasmissione dei dati, in un mondo fortemente connesso e interconnesso, rappresentano una ricchezza importantissima, strettamente connessa con la capacità di aziende, organizzazioni e cittadini di continuare a svolgere le proprie attività quotidiane o lavorative.

 

Le tematiche di sicurezza fisica e sicurezza informatica sono spesso inscindibili

Questa riflessione certamente sottolinea come le tematiche di sicurezza fisica e sicurezza informatica sono spesso inscindibili in quanto la separazione dei confini fisici e virtuali non è sempre così netto come può apparire. Se da un lato quindi è doveroso avviare percorsi anche nazionali di promozione di sicurezza cyber ed informatica, prevenendo e mitigando i possibili rischi legati ad attacchi hacker e malware, dall’altro non bisogna dimenticare l’adozione di misure e piani di intervento anti manomissione, come già in atto all’interno del sistema paese, volti a proteggere fisicamente le reti di cavi da possibili interruzioni.

Il rischio di sabotaggio, sia esso doloso – dovuto ad episodi volontari atti a manomettere i collegamenti – o accidentale – alcuni malfunzionamenti possono infatti essere provocati dal passaggio di pescherecci o navi di grandi dimensioni – impone di considerare e valutare le conseguenze che l’interruzione del servizio di connessione comporterebbe per le economie mondali.

 

La sfida davanti alla quale ci troviamo richiede un cambio di approccio

La sfida davanti alla quale ci troviamo richiede un cambio di approccio: la protezione delle reti – intese anche in termini di cyber e di connessioni wireless - sulla quale si basa l’intera connettività non può prescindere dall’analisi dei rischi e dall’elevata vulnerabilità dell’infrastruttura fisica che ne sta alla base.

Questo tema apre certamente a nuovi scenari di rischio e alla necessità di pensare e modulare le logiche di protezione dei dati non solo in un’ottica e in un concetto astratto, ma anche e soprattutto in termini di protezione fisica delle infrastrutture che veicolano i nostri dati, attraverso l’adozione di azioni e piano di mitigazione che mettano in sicurezza le reti.

Francesca Balducci, Think Tank Secursat

 

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