Quanto ci costa la paura di rimanere scollegati?

Il down di Facebook, Instagram e Whatsapp e gli impatti della rete sulle organizzazioni

I recenti avvenimenti che hanno interessato la rete portano l’attenzione su quanto sia sempre forte la dipendenza dalle connessioni online nella vita di tutti i giorni: sia nella quotidianità del privato cittadino, che passa il suo tempo in interazioni virtuali, e sia nei processi organizzativi e operativi delle aziende; quello che è certo è che siamo tutti inevitabilmente connessi, imbrigliati nelle maglie della rete.

Ed ecco che quando una parte consistente di quello che è la galassia social per antonomasia è in down, il mondo intero si blocca e, quello che appare definibile come uno spiacevole inconveniente, diviene agli occhi di tutti un evento capace di mettere in ginocchio miliardi di persone. 

La causa del blackout del 4 ottobre sembrerebbe essere stata un errore nella configurazione di un server, ma poco importa e certamente appare secondario e del tutto irrilevante, almeno per gli utenti dei servizi andati in blocco. Certamente i costi in termini di perdite che l’oscuramento dei tre principali canali social ha comportato sono elevati, tuttavia le conseguenze sono andate ben oltre quelle di tipo economico-commerciale e hanno coinvolto anche altre settori e mercati.

Interruzioni di questa portata possono comportare, infatti, ripercussioni sull’intera architettura di sistema e di rete, provocando una forte instabilità della rete stessa e generando limitazioni e complessità nell’intera filiera della gestione della sicurezza, con considerevoli impatti nella fornitura e nell’erogazione di servizi.

È tutt’altro che secondario il fatto che il down delle piattaforme social ha innescato una serie di eventi e determinato situazioni, dove gli equilibri si sono fatti sempre più precari, e dove le imprese si sono trovate, a vario titolo, a gestire i possibili rischi e le possibili conseguenze che l’interruzione della connessione digitale - la cui durata non era prevedibile né stimabile - avrebbe comportato anche per il proprio business.

Le aziende che decidono di avvalersi e di sfruttare i vantaggi delle connessioni non possono non prendere in considerazione né sottovalutare anche l’altro risvolto della medaglia, comprendendo che la forte interdipendenza tra la rete i social e i processi aziendali, inevitabilmente genera una serie di rischi che, se non adeguatamente mitigati e gestiti, impattano sul business, sulla solidità dell’impresa e, non da ultimo, sulla reputazione aziendale.

Se da un lato la rete contribuisce a gestire alcuni rischi aziendali, dall’altra la possibilità di rimanere scollegati apre ad ulteriori nuovi scenari di rischio. Il down della rete social vissuto nei giorni scorsi deve dunque fungere da monito sia per le PMI che per le aziende strutturate, e aiutare a comprendere il ruolo chiave rappresentato dall’adozione di modelli di gestione del rischio strutturati e dell’importanza di piani di azione che consentano la continuità operativa e del business in caso di interferenze o criticità di varia natura.

 

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