Città, sicurezza come quantità o qualità?

Un dibattito aperto

La recente recrudescenza di episodi criminosi che  hanno interessato Milano ed il suo hinterland negli scorsi mesi,  ha  cambiato la percezione del livello di sicurezza da parte dei cittadini generando nuove  preoccupazioni circa la fruibilità degli spazi urbani in particolare da parte dei giovani e delle donne.

Immediata è stata la richiesta di più uomini e tecnologie riaprendo dibattiti e contrapposizioni. La città rimane una città sicura, con delle complessità legate alla sua struttura economico sociale, al suo ruolo di città guida del paese ed alle recenti evoluzioni conseguenti alla pandemia che hanno inciso anche in altre metropoli condizionando il vivere sociale.

Tuttavia è utile interrogarsi sul  modello di gestione della “sicurezza” che vogliamo adottare nei nostri centri urbani, attraverso l’analisi dell’adeguatezza delle infrastrutture e della capacità e autonomia nell’ acquisizione, gestione e protezione degli individui e dei loro dati; nella definizione dell’insieme di regole e di algoritmi necessari per rendere il monitoraggio attivo e nella  comprensione di quali attività  no-core  possono essere remotizzate per ottimizzare i modelli di gestione delle risorse umane e tecnologiche.

La gestione della sicurezza e del rischio non può trovare una risposta univoca che non può essere più quantitativa ma qualitativa: quindi solo così efficace. Capacità di adattamento, resilienza e autonomia sono i perni intorno ai quali istituzioni, organizzazioni e aziende devono far ruotare le decisioni e gestire le crisi.  

La necessità di gestione dei nostri spazi urbani per aiutare i cittadini a sentirsi più sicuri, in un epoca di grande insicurezza generata e rimarcata anche dalla guerra alle porte induce a ridisegnare i modelli di governo e di gestione della sicurezza urbana.

Il rapidissimo cambiamento degli scenari geopolitici, infatti ha cambiato e cambierà gli equilibri dello scacchiere internazionale, incidendo fortemente sulle nostre paure e generando nuovi allarmi sociali e nuove tensioni che dobbiamo prepararci ad affrontare.

Giuseppe Calabrese CEO Secursat -  Think Tank “Rischi e Scenari”

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